Quarta tappa del nostro viaggio di nozze.
New York, Toronto, Yellowstone, San Francisco, Monterey, Big Sur, Laguna Beach.
Da tanto atteso, intensamente desiderato, tanto sperato.
Sembrava impossibile ma quel giorno era finalmente arrivato.
Non era più solo un sogno.
Ma la realtà.
Il mio è il diario delle emozioni che ho provato in quei giorni..
Immagini, suoni, odori..
Tutto quello che mi ha colpito, quello che è rimasto impresso nella mia mente e nel mio cuore.
San Francisco.
Frizzante e solare come le persone che la abitano.
Ventosa e fresca come l'aria che si respira e che ti scompiglia i capelli accarezzandoti il viso.
Nebbiosa al mattino e sempre soleggiata di giorno.
San Francisco è una città magica che ti conquista piano piano.
Ci si sente al centro di qualcosa di importante, c'è energia nell'aria, grande fervore. Dopotutto lì, a poche miglia, c'è la Silicon valley con tutte le più importanti e innovative aziende tecnologiche del mondo.
Abbiamo mangiato benissimo a San Francisco, il pesce e il famoso granchio al Fisherman's Wharf con i leoni marini sdraiati al sole sul porticciolo del Pier 39.
..e dopo 15 giorni di astinenza dalla nostra adorata pasta non abbiamo resistito e siamo andati in Columbus Ave, la Little Italy di San Francisco..
lì abbiamo trovato un posticino stupendo, piccolino, una mezza via tra un negozietto di alimentari e un ristorantino, The Italian Homemade Company, dove ci siamo sbafati lasagne, pastasciutta, gnocchi e tiramisù... tutto buonissimo!
Ma non ci sono solo cose belle a San Francisco, perché come ogni grande città ha le sue diversità e contraddizioni:
accanto alla ricchezza ostentata c'è una povertà impressionante.
Case e casine bellissime, super macchine lussuose, tanti negozi di marchi prestigiosi.
E nelle strade vicine uomini e donne, vecchi e giovani, devastati, stesi per terra tra i loro stracci, con i vestiti logori e gli occhi persi.
Ci hanno detto che molti sono reduci di guerra, tornati distrutti nel corpo, nell'anima e nella mente.
Alcuni erano mutilati, altri sotto l'effetto di droghe urlavano, ballavano, parlavano da soli, altri ancora semplicemente pazzi.
Anime in pena che vagano.
Non sono pericolosi e di solito non importunano la gente ma fa tanta tristezza vederli così mentre tu sei lì spensierato in vacanza,
fa anche paura perché non sai cosa aspettarti,
e rabbia perché in un paese dalle tante, troppe, opportunità non ci si aspetta che chi rimane indietro venga abbandonato così.
Alloggiavamo sulla Market Street, lì vicino ci sono i centri sociali, probabilmente se il nostro hotel fosse stato in un'altra zona non li avremmo notati.
Ho visto un' umanità disperata che ferisce, che non può lasciarti indifferente.
Per me è stato un pugno nello stomaco.
Che non dimenticherò.